Il Centro Baba Oreste, a Dar Es Salaam in Tanzania, accoglie i bambini e i ragazzi disabili. Ha riaperto le porte, terminato il lockdown, all’inizio di luglio e benché il governo locale abbia dichiarato la Tanzania Covid free, i responsabili del Centro hanno acquistato un termoscanner per misurare la temperatura a tutti prima dell’ingresso alle 7.30 del mattino. Questa accoglienza quotidiana sottrae i bambini al rischio di diventare ragazzi di strada indifesi e vittime di abusi.

Una volta entrati, i più grandi aiutano a pulire il cortile raccogliendo le foglie cadute mentre i più piccoli giocano. Poi, alle 8.30, tutti fanno colazione e alle dieci, dopo i saluti, la preghiera e i canti, iniziano le lezioni. Divisi in tre gruppi imparano a riconoscere le lettere dell’alfabeto, i numeri, i colori oppure disegnano o colorano. Ogni piccola conquista è importante per ciascuno di loro.

Chi non è in grado di camminare fa fisioterapia e alle 12 pranzano tutti insieme. Una volta terminato il pasto, guardano i cartoni animati che amano di più e quelli che ancora non conoscono oppure si dedicano a programmi educativi. Alle 14 fanno la doccia, si cambiano gli abiti e mentre qualcuno dorme gli altri giocano.

Bambini in Tanzania

Alle 16 arriva il pulmino che riaccompagna tutti a casa.

Il Centro Baba Oreste ha continuato ad aiutare le famiglie anche durante il lockdown consegnando cibo e prodotti per l’igiene e la pulizia.

La Fondazione Maria Bonino sostiene il Centro Baba Oreste, fondato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII-Condivisione tra i popoli ONLUS, dall’inizio del 2012. Assicura lo stipendio degli operatori, il materiale didattico, le spese scolastiche, le spese alimentari e mediche, e tutto ciò che riguarda il funzionamento della struttura con 17.500 euro all’anno.