Ad Arua, in Uganda, la Fondazione Maria Bonino ha a cuore la cura di circa 400 bambini malnutriti o affetti da malattie come la malaria o la tubercolosi, che possono compromettere gravemente la loro salute soprattutto a causa della giovane età. Garantiamo il monitoraggio dei pazienti nei villaggi, la prosecuzione delle cure e forniamo medicinali agli adulti che versano in gravi difficoltà economiche. Inoltre, permettiamo ogni anno l’accesso alle scuole superiori a dieci ragazzi di entrambi i sessi meritevoli di essere aiutati e provvediamo al loro mantenimento durante gli studi al liceo o nelle scuole professionali.

Maria Bonino trascorreva molto tempo libero all’Ediofe Health Center

Supervisore dei progetti, e direttrice del dispensario medico Ediofe Health Center, è suor Paola Caliari che fa parte della Comunità di suore Comboniane nel quartiere Ediofe di Arua, dove Maria Bonino trascorreva molto tempo libero mettendo a disposizione la propria professionalità e il proprio denaro per aiutare il centro medico quando era in Uganda tra il 2001 e il 2002. Era arrivata ad Arua, in qualità di technical advisor, per gestire un programma dell’Unione Europea ma considerò quel ruolo, come disse in più occasioni, più un ruolo da manager che da medico. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, la definisce un medico dalla sensibilità clinica raffinata, esperta, capace, appassionata di bambini che si sentiva chiamata dalle situazioni in cui c’era maggiormente bisogno. E questa è, probabilmente, la ragione per cui Maria considerava quel ruolo poco adatto a lei.

Cosa è successo dall’inizio della pandemia?

Dall’inizio della pandemia a oggi, il dispensario medico che si trova nel quartiere di Ediofe ad Arua ha visto diminuire l’accesso dei pazienti e ha somministrato meno farmaci per le terapie anche sul territorio. La paura del contagio da coronavirus ha indotto le persone a non rivolgersi al centro determinando, in molti casi, un aggravamento delle loro condizioni di salute. Il Centro sanitario è ampio e ben attrezzato con 60 posti letto diurni per il primo intervento medico sulla popolazione e in particolare sui bambini.

Un mese fa, con l’arrivo della stagione autunnale, sono state riaperte le scuole

Le restrizioni previste allo scopo di evitare il contagio da Covid 19 sono state allentate tanto che alla fine di febbraio, con l’arrivo della stagione autunnale, sono state riaperte le scuole. La chiusura, decisa poco meno di un anno fa, dopo appena un mese di scuola aveva creato non poche difficoltà economiche agli studenti. “Il trimestre scolastico” ci scrive suor Paola Caliari “è stato pagato anche se i ragazzi non hanno frequentato le lezioni in seguito alla decisione della chiusura. Successivamente sono tornati in classe solo i ragazzi della quarta e della sesta superiore per garantire la continuità formativa dovendo sostenere gli esami di fine anno. Ma hanno dovuto pagare le tasse relative al nuovo trimestre benchè avessero frequentato appena un mese di scuola. Sono rientrati anche gli studenti dell’ultimo anno di medicina, richiamati soprattutto dal lavoro in corsia con i pazienti affetti da coronavirus e neppure a loro è stata scontata la retta semestrale”.

I problemi causati dalla pandemia si sono sommati a una situazione già difficile

Questo è quanto accaduto nella piccola realtà che seguiamo ma in Uganda i problemi causati dalla pandemia si sono sommati a una situazione già difficile. Le frontiere, per esempio, chiuse a marzo 2020 allo scopo di controllare la diffusione del coronavirus, sono state riaperte solo a luglio e in piccola parte lungo il confine con la Repubblica Democratica del Congo per far entrare migliaia di persone bloccate da mesi di cui, almeno 3.000, erano fuggite dalle loro case a maggio dopo gli scontri nella provincia nord-orientale di Ituri, in Congo. Ma tornando ai progetti che seguiamo, sappiamo da suor Paola che fortunatamente molti bambini hanno frequentato con continuità il Centro Sanitario anche se lo staff non ha potuto provvedere alle cure dei bambini che, a causa del lockdown, non hanno raggiunto il centro con i mezzi pubblici ed abitano troppo lontano per poterci arrivare a piedi.

Cosa fa suor Paola e da chi è aiutata?

Nel Dispensario medico, per l’attività che si fa carico dei bambini malnutriti e che comporta la somministrazione del cibo e il controllo del peso, Suor Paola è aiutata da due volontari che hanno lavorato lì per quarant’anni. Il martedì e il mercoledì preparano e distribuiscono il cibo con un impegno di 5 ore e suor Paola ha deciso di ricompensarli con 25 mila scellini ugandesi alla settimana a titolo di rimborso spese dal momento che abitano lontano.

Quanti nuovi casi di contagio ci sono e quanti vaccini sono stati somministrati?

Attualmente i nuovi casi di contagio da Covid 19 registrati in Uganda sono poco più di 25 mila mentre le persone ricoverate sono circa 15 mila. L’Uganda ha ricevuto, a oggi, 860.000 dosi del vaccino Oxford-AstraZeneca e i vaccinati sono poco più di 4.000, per lo più operatori sanitari.

Maria Bonino si è spenta a Luanda il 24 marzo 2005

Ricordiamo Maria con questo video di presentazione del libro Una vita per i bambini dell’Africa, lettere di Maria Bonino girato ad Aosta al Festival della Parola.

Autrice del libro è Claudia Ghiraldello.