Il progetto Amico Ospedale Neisu prevede l’aggiornamento professionale di 1 medico e di 2 operatori sanitari. Due di loro sono partiti nei giorni scorsi per raggiungere la capitale Kinshasa. Qui seguono corsi di diagnostica per immagini, e cioè radiografie, ecografie ed ecg e analisi di laboratorio. Mentre il terzo operatore si occuperà di fisiokinesiterapia. Il costo complessivo è di 5.500 euro.

L’Ospedale di Neisu, con i suoi 147 posti letto, è il centro di riferimento per circa 70 mila persone che vivono in una zona rurale della Repubblica democratica del Congo in cui mancano infrastrutture e la povertà non permette alla maggior parte della popolazione d’avere accesso alle cure.
A questo Ospedale sono collegati 6 centri sanitari e 8 postazioni sanitarie, che si trovano in piena foresta e si fanno carico di chi vive lontano da Neisu su un territorio difficile da attraversare.

Ivo Lazzaroni, amministratore dell’Ospedale Notre Dame de la Consolata di Neisu, ci scrive:

Finalmente è arrivato il giorno della partenza per Kinshasa degli operatori sanitari ai quali avete garantito la borsa di studio. Da oltre due mesi nella nostra provincia, Haut-Uélé, i voli aerei sono stati annullati. Si può dire che stiamo vivendo una realtà tutt’altro che semplice.

Gli aerei arrivano sino a Kisangani, che si trova a 600 km da Isiro e da qui bisogna proseguire su strada, meglio in motocicletta che in jeep. Da questo si può capire anche il motivo del ritardo con cui le derrate alimentari arrivano a Isiro e il motivo dell’aumento dei prezzi, senza contare l’assenza di sicurezza dei trasporti.

La partenza di Luc Madobo, positivo al covid-19, è rimandata

Per Kinshasa sono partiti solo in due perché Luc Madobo è risultato positivo al covid. Dovrebbe terminare la quarantena in questi giorni e poi, anche lui, partirà per Kinshasa. Luc Madobo è infermiere e si formerà in fisiokinesiterapia mentre il dottor Kambale Jeannot si perfeziona in diagnostica per immagini ed Ernest Atsada in analisi di laboratorio.

Le tappe prima di arrivare a destinazione

Dopo essere partiti in jeep per Kisangani, hanno dormito in una nostra missione lungo la strada e, arrivati a Kisangani, hanno preso un aereo alcuni giorni dopo per Kinshasa. Prima che partissero ho ricordato loro che l’obiettivo principale è la formazione in grado di far fare un salto di qualità al nostro ospedale.
Uscire da un villaggio in piena foresta equatoriale, e ritrovarsi in una metropoli disordinata ed insicura come kinshasa, comporta molti rischi soprattutto per chi non ha mai lasciato il proprio villaggio. Ma sono persone serie e padri di famiglia.

Gli spostamenti sono difficili durante la stagione delle piogge

Siamo in piena stagione delle piogge. Dovrebbe terminare a novembre. Piove così tanto da rovinare del tutto le strade pressochè inesistenti. Da un paio di mesi, poi, nel nostro ospedale abbiamo casi di contagio da covid-19, che stiamo curando secondo il programma nazionale della sanità. Molti pazienti sono guariti, purtroppo altri no, ma il problema maggiore è che la maggior parte della popolazione non crede che esista la pandemia. Non c’è rispetto per le norme igieniche, non vengono usate misure di protezione. Il non uso delle mascherine e gli assembramenti nei troppi casi di “matanga”, quando tutti sono a stretto contatto per un lutto, fa sì che questo virus sia facilmente trasmissibile.
In Ospedale imponiamo l’uso delle mascherine, la disinfezione dei locali e, nonostante questo, tre dei nostri lavoratori si sono ammalati, speriamo in bene.

Un abbraccio fraterno e riconoscente.