E’ arrivata nei giorni scorsi la lettera di Ivo Lazzaroni, amministratore dell’Ospedale Notre Dame de la Consolata di Neisu in Congo, con la quale ci racconta la storia di una giovane mamma e del suo bambino nato prematuro e sopravvissuto a un parto difficile, che non ha risparmiato la mamma.

Ivo Lazzaroni ci ringrazia perché, grazie a un incubatrice acquistata un anno fa con le donazioni che annualmente devolviamo a sostegno dell’Ospedale che amministra, è stata salvata una piccola e tenace vita.

«Carissimi Amici della Fondazione Bonino, e del nostro ospedale Notre Dame de la Consolata a Neisu,  ci stiamo avvicinando alle grandi festività Pasquali, purtroppo ancora segnate dalla pandemia che ci sta inquietando. Grazie a Dio, la pandemia ha risparmiato questo immenso Paese, già alle prese con altre calamità, ribellioni e il virus Ebola, che sembra non essere debellato del tutto.

Io sto leggendo la realtà qui a Neisu, e nei vari servizi dell’opedale compresi i 12 dispensari sparsi in piena foresta equatoriale, come un inno alla vita, un inno dove i compositori siete voi e noi gli strumenti per far sentire a questo popolo la musica dell’amore, un amore che ridà vita, che porta sollievo e speranza.

Ultimamente stiamo vivendo una realtà commovente, ma che ha già in sè la gioia di Pasqua. Una giovane mamma di un villaggio a 12 km dall’ ospedale, una mamma pigmea ed incinta, arriva in ospedale in condizione critiche e partorisce un bimbo prematuro tra il sesto e settimo mese. Pesa 1,200 kg, e la mamma purtroppo muore. Grazie a Dio ed al vostro aiuto, abbiamo potuto acquistare lo scorso anno un incubatrice che lo salva e oggi, a due mesi dal parto, senza sonda ed in buone condizioni ha raggiunto 1,600kg di peso. E’ sempre poco ma sta bene e si fa sentire quando ha fame. Le infermiere lo allattano con amore. La famiglia del piccolo ha inviato la sorella maggiore ad aiutare e per il momento resterà in ospedale e in incubatrice sino a quando non avrà raggiunto un peso ideale.

Il popolo pigmeo é nomade, vive di caccia, difficilmente coltiva e, in rarissimi casi, qualcuno ha a disposizione denaro. Vista la loro difficoltà, l’ospedale si fa carico di tutto comperando latte in polvere, biberon e tutto ciò di cui il piccolo ha bisogno. Non vi ho mandato le fotografie di quel che possiamo fare grazie alle vostre donazioni: acquistare cibo, farmaci ma anche provvedere alla formazione del personale, alla fabbricazione di letti e materassi, ma tutto quello che possiamo realizzare e donare grazie a voi rende testimonianza, soprattutto in questo periodo difficile, del vostro altruismo e generosità, del vostro cuore missionario, dando speranza di una vita migliore a quanti ci circondano. Questa vostra testimonianza ci ricorda che il Giorno di Pasqua si avvicina, giorno di Gioa, quella gioia che si vede negli occhi dei bimbi e delle persone guarite nel nostro ospedale, che porta già in sé tutta la gratitudine.

Il nostro grazie é poca cosa, e la vostra generosità ci sprona a fare sempre meglio nonostante le difficoltà perché sappiamo che non siamo soli. Quello che resta é il vostro gesto d’amore, il Signore ne renderà merito. Che la Vergine Consolata vi assista sempre e vi ricolmi delle Grazie di cui avete bisogno.
Un Augurio di una Santa Pasqua». Ivo Lazzaroni