L’informazione come base per un miglioramento sostenibile

Alcune esperienze, sviluppate anche nella stessa Tanzania, hanno mostrato che con la raccolta e l’analisi accurata dei dati demografici e sanitari gli interventi mirati che ne derivano portano a una riduzione della mortalità e della morbilità.

In questo contesto, Medici con l’Africa Cuamm ha promosso in Tanzania il progetto Strengthening the HMIS (Health Management Information System), focalizzato sull’ospedale distrettuale di Tosamaganga nel distretto di Iringa, nel centro-sud del paese dove risiedono 270.000 abitanti.

II progetto, mirato a sviluppare un sistema affidabile di registrazione e gestione dei dati nell’ospedale, è iniziato nel giugno 2009 e durato due anni.

La Fondazione Maria Bonino ha assicurato la presenza del coordinatore locale (la dott.ssa Nuria Marzo Rodrigo, medico espatriato Cuamm) e ha contribuito con 75.000 euro pari al 56% del finanziamento totale, cui hanno anche partecipato Medici con l’Africa Cuamm (26%), la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (14%) e l’Amministrazione Sanitaria locale tanzana (4%).

La raccolta dei dati e la successiva analisi in tutti i reparti dell’ospedale sono state informatizzate creando sul modello del registro informativo nazionale e ospedaliero un formato in excel nella forma di calendario semplice, flessibile, facile da usare riducendo la possibilità di errore.
L’operatività del progetto ha comportato di organizzare e strutturare il flusso di dati nell’ospedale, di dotare tutti i locali dell’attrezzatura necessaria, di istituire per il personale coinvolto sessioni di formazione, accompagnamento e motivazione nel cambiamento e di creare nell’ospedale un sistema informatico centralizzato per la raccolta e la gestione dei dati.
L’attendibilità dei dati ha permesso di incidere positivamente sulle strategie di gestione sanitaria dell’ospedale orientando le decisioni del team amministrativo, con una ricaduta positiva in termini di miglioramento delle cure prestate ed un approccio integrato fra i dati e il controllo delle malattie da un punto di vista clinico.
Oltre a ciò, la consapevolezza e la dimostrabilità del lavoro realmente svolto, altrimenti sottostimato addirittura di 2,5 volte quanto al numero di pazienti visitati/ospedalizzati, ha permesso di giustificare il bisogno di maggiori finanziamenti e la necessità di maggiori risorse umane.
Si è anche lavorato alla corretta raccolta dei dati nei villaggi, ristrutturando i l modo di operare dei cosiddetti Community Health Workers, ovvero gli operatori locali.

Il progetto si è concluso nel 2011.